martedì 24 luglio 2012

Come ho già scritto qualche tempo fa, l’isola di Martha’s Vineyard è una zona protetta


da tutte le industrie in serie che colonizzano l’America: Starbucks, McDonalds eccettera qui sono offlimits e solo ad una piccola catena di gelati, la DQ che credo voglia dire Dancin’ Queen ma forse anche no, è stato dato il permesso di aprire il proprio negozietto sull’isola, ma solo perché è un loculo di pochi metri quadrati e quindi non è per niente invasivo. E’ vietato anche tagliare alberi o quant’altro, dunque moltissime case sull’isola, fuori dal centro cittadino, sono letteralmente immerse dalla vegetazione, che è fittissima e di un verde scuro tipo Foresta Nera. E se sono buie adesso, in pieno giorno e in piena estate, figurarsi in autunno e in inverno quando fa notte prima. Non ci sono cartelli pubblicitari, le insegne dei negozi sono ridotte al minimo. E anche l’illuminazione. A Martha's Vineyard sono preservati anche i vecchi lampioni, sembrano quelli che c’erano a Rimini nel dopoguerra, che poi sono anche gli stessi che ho visto da piccolo, quelli che illumivanano solo con un'ellisse alla base del palo. Tutt’attorno buio pesto. Ora non c’è più quasi alcuna differenza tra il giorno e la notte, Rimini è illuminata ovunque di sera con lampioni supermoderni con led a basso costo e luci tipo a San Siro, ma 20-25 anni fa non era certo così, ancor di più nella Barafonda rispetto a Rimini centro. Il buio era veramente nero, faceva paura andare nel retro non illuminato del condominio, dove si annidavano mille mostri (forte!).Qui ho rivisto quel buio.


Questa foto non è stata scattata in campagna, ma un sabato sera nel centro di Edgartown. Non c’è neanche bisogno che ci sia qualcuno affacciato alla finestra, vero? La mente già lavora per noi e ci aggiunge da sola il personaggio che vuole, oppure anche niente, ma dietro quelle finestre lì succede comunque qualcosa. Ma non si tratta solo di questo. Il fatto è che un buio del genere dà anche un cielo stellato che non avevo mai visto prima, se non al planetario alle elementari, solo che quello era finto, riprodotto sul soffitto. Qui infatti non si vedono solo le stelle, ma si vede anche il pulviscolo stellare tra di esse, anche se purtroppo non è fotografabile (ci ho provato, ma niente, mi ci vorrebbe un telescopio digitale portatile): sembra di vedere l’intera via Lattea e il merito è solo di questo buio che più buio non si può. Il massimo per uno cresciuto a pane e zio Tibia. Quando il wi-fi becca in casa è dunque anche l’occasione giusta per vedere la sera su Youtube i film di Dario Argento degli anni 70: l’Uccello dalle piume di cristallo, Profondo Rosso, il Gatto a nove code, Quattro mosche di velluto grigio, Tenebre, Dèmoni, eccetera. Non fanno certo paura come il buio della Barafonda dei primi anni 80.
Un'altra caratteristica dell’isola sono anche i fili degli impianti elettrici, con le dinamo giganti appese sotto le intersezioni dei pali di legno a forma di “T” e che si possono vedere in qualsiasi film amerigano ambientato negli anni sessanta. Da noi mica ci si accorge quando la corrente passa tra i fili, avviene tutto in silenzio. Qui invece si sente, come un nugolo di zanzare metalliche che ti passano sopra la testa.