mercoledì 15 agosto 2012

Dagli estremi confini dell'impero d'oriente


I giornali di Martha’s Vineyard hanno in prima pagina l’enorme muso di uno squalo bianco, ma mica per la Jawsfest. Qui c’è n’è uno vero che sguazza da luglio in queste acque ed essere qui, nell’isola dello Squalo, mentre dopo 76 anni un pescecane enorme terrorizza (esagero, ma la mente vaga in fretta) Martha’s Vineyard e tutta Cape Cod è il massimo. E’ come andare sull’isola qui vicino di Nantucket e scoprire che c’è realmente una balena bianca furibonda al largo. E così, per completare l’opera, mi sono preso pure il libro (abbastanza piccolo) di Peter Benchley dal quale è stato tratto il film.

 Leggo sul sito del Corriere della Sera di Jovanotti che se ne va in America per un anno, a New York. Non so se dirgli “fermo, dove vai, sei matto!”, oppure no. 

L’altro giorno alla Morning Glory faccio a uno: avete vinto le Olimpiadi, contenti? La sua risposta: noi vinciamo in tutto. Oltre al mavaacaghè che è volato immediato mi sono anche chiesto come sia possibile tenere insieme su questa unica idea – semo i mijori ar mondo -  una nazione così gigantesca, con sei fusi orari diversi da New York a Los Angeles e un botto di gente che non sto neanche a guardare su Wikipedia quanti sono. Perché se c’è una cosa dove gli amerigani sono praticamente tutti uniti è il patriottismo. Cioè, non parlo di semplice difesa dei pregi del proprio paese, quella che anche noi abbiamo per l’Italia, ma una vera e propria devozione da Impero Galattico che fa paura.

Alle medie guardavo un sacco di wrestling su Italia Uno commentato da Dan Peterson e quando nel 1991 scoppiò la guerra del Golfo apparve un nuovo personaggio sul ring della World Wrestling Federation, tale Sergent Slaughter, un iracheno. Lo fecero combattere con l’eroe nazionale Hulk Hogan e ovviamente chi vinse? Figurarsi. Nel 1987 ci fu una crisi in Afhganistan con i russi di mezzo e nei cinema apparve Rambo III, con Stallone che andò tra le dune richiamato dal sergente Trautman (cioè lo zio Sam) a crivellare tutti. L’eroe amerigano che da solo vince contro tutti i russi e con un cacciavite in mano fa miracoli.  A proposito, avete notato che ora al cinema ri-spopolano i supereroi (ovviamente amerigani) dei fumetti?
L’altro giorno in tivù è andata una pubblicità del genere: scorrevano immagini di tutto quello in cui gli amerigani sono arrivati primi e ci hanno messo in mezzo pure il telefono inventato da Bell, quando invece l’ha inventato Meucci. E lì mi sono anche chiesto, ma cosa vuoi che ne sappia un bambino amerigano di Meucci se lo bombardano continuamente in tv con slogan rapidi e precisi sul fatto che il telefono l’ha inventato Bell? (sì vabbè ci sarebbe la scuola, ma a 'sto punto dubito anche dei libri amerigani)

A me piace un sacco la decadenza. Alle medie non vedevo l’ora di arrivare al punto del libro di storia dove cominciava a crollare l’Impero Romano d’Oriente, perché avevo già assaporato l’effetto sublime che faceva alle elementari. I primi saccheggi dei barbari agli estremi confini dell’impero, le prime crepe. Anche l’arrivo del Nulla ne La Storia Infinita, lo stesso effetto. Ma perché? Perché dentro la decadenza pregusto la rinascita, come il regno di Fantàsia. Chissà quando rinasceranno gli Usa. Boh, io intanto comincio a fare i pacchi, che è meglio.